CORTINA RACCONTA -


PAROLA D’ORDINE TOLLERANZA
03/01/2010 12.14.00 -

PalaInfiniti gremito per l’appuntamento di ieri con l’attualità in vacanza.
“Gli italiani – ha esordito Stella – non sono più razzisti degli altri, ma pensare che gli italiani non siano razzisti è una sciocchezza. Certo, è difficile essere razzisti con chi è uguale a noi, ma quando si ha a che fare con gli altri, purtroppo, la nostra storia parla chiaro: le leggi razziali, per esempio, non possono essere attribuite solo ai fascisti, tant’è vero che l’unico ad aver respinto l’offerta di una cattedra tolta a un professore ebreo fu Massimo Bontempelli”. “La grande sfida della laicità dello Stato – ha affermato la presidente del Pd – passa attraverso una società in cui non ci si divide più soltanto in credenti e non credenti, ma anche tra diversamente credenti e più o meno non credenti. Basti pensare al crocifisso o ai diritti alle coppie omosessuali per capire che non esistono solo due sfumature, ma molte altre. Oggi la sfida è quella di un confronto sempre più forte con le diversità, e deve necessariamente puntare alla costruzione di una società integrata. Non vale più il principio per cui ‘la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri’, ma quello per cui la mia libertà comincia dove comincia quella degli altri”.
“Bisogna smettere di differenziare politiche dell’immigrazione e politiche della legalità: sono due facce della stessa medaglia – ha sostenuto il sindaco di Roma che ha aggiunto -  Il principio fondamentale che dobbiamo ribadire e da cui dobbiamo partire per costruire la nostra società deve necessariamente partire dai concetti di legalità e di sicurezza, senza fare sconti a nessuno, italiano o straniero che sia. Abbiamo già iniziato a gennaio lo sgombero del Casilino 900, autentica vergogna dell’umanità: per sopravvivere, gli 800 abitanti, che vivevano ammassati senza luce e acqua e con cumuli di immondizia, necessariamente dovevano ricorrere all’illegalità. Non bisogna essere né cattivisti né buonisti”.
A proposito di pacatezza e tolleranza, poi, Rosy Bindi ha sottolineato: “La politica o cavalca le paure o guida i processi. In questo momento non fa bene la politica che non aiuta a confrontarsi. E’ un percorso che riguarda tutti in questo paese. Io, per esempio, sono una di quelle che non darebbe la cittadinanza dopo cinque anni: i processi di integrazione richiedono molto più tempo. E’ necessario il riconoscimento e il pieno rispetto della Costituzione, delle leggi e delle tradizioni. Questa è la grandezza di un Paese e su questi punti si costruisce la grandezza di un Paese. Ad esempio, gli Stati Uniti sono un grande Paese perché si sentono tutti americani”. E sulla sicurezza ha chiosato: “Il tema della sicurezza si tratta con le ronde? Non è stata registrata una ronda ma nel frattempo si sono sottratte risorse alle forze dell’ordine. Con che cosa si costruisce la sicurezza? Togliendo fondi al Comune di Padova che ha operato per le politiche della sicurezza?” Incalzato dalle domande di Enrico Cisnetto sull’atteggiamento politico della Lega, Gianni Alemanno ha sostenuto: “La Lega, le sue sparate molto gravi e molto negative le fa. Ma fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Molti amministratori non condividono questi toni ma sono capaci di un’ottima amministrazione. Prendiamo, per esempio, Tosi a Verona che fa un buon lavoro. La Lega ha rotto alcuni stereotipi che non andavano bene nella nostra realtà politica”. Sul tema dell’immigrazione Alemanno ha dichiarato: “Noi abbiamo questo squilibrio all’interno del nostro Governo: mentre è chiara la necessità di contrasto all’immigrazione clandestina, non è chiaro come agevolare il percorso all’immigrazione regolare. E’ necessario costruire un modello italiano all’immigrazione. E per far questo è necessario abbassare i toni. Ci vuole un grande sforzo per fare un salto di livello”. “In tutte le democrazie ci si parla e ci si ascolta. L’Italia in questo senso non sta andando tanto bene. Noi siamo il Paese con più immigrati in Europa e siamo anche il Paese nel quale il Parlamento da un anno e mezzo non ha possibilità di un dibattito vero e sereno tra maggioranza e opposizione” - ha concluso il Presidente del PD, che sulle grandi riforme ha sottolineato: “Sulle grandi riforme siamo disponibili al dialogo anche accettando di affrontare il tema delicatissimo tra politica e giustizia. Ma niente colpi di mano”. E sulla Costituente, se Gianni Alemanno si dichiara favorevole, il presidente del PD ha affermato che “è sufficiente il Parlamento: non c’è bisogno di una nuova Costituente”.


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